La storia

La “Mora” ha popolato tutto il versante nord dell’Appennino nelle provincie di Ravenna e Forlì fino agli anni ’50.
E’ un antico suide con notevoli doti di rusticità e forte attitudine materna; dotata di scarsa precocità, i soggetti di questa razza possono comunque raggiungere notevole peso. Le sue caratteristiche sono: costituzione longilinea, buona taglia, testa piccola con muso lungo e sottile, orecchie piegate in avanti e parallele al muso, occhio a mandorla di colore nero, pelle scura con setole nere che formano lungo la linea dorso-lombare una specie di criniera denominata “linea sparta”.
Razza robusta, con carni saporite adatta al consumo fresco e alla trasformazione secondo i metodi tradizionali.
E’ stata inserita dalla Regione Emilia-Romagna nel Piano Regionale di Sviluppo Rurale come razza da salvare e dal movimento Slow-food nelle cento produzioni italiane da presidiare.
Particolare menzione merita la Mora Bastianella, la quale sarebbe derivata, in seguito all’incrocio col Large White, iniziato nel 1886 in un allevamento di San Lazzaro di Faenza ed a Cesano presso Faenza, originando due ceppi denominati rispettivamente di San Lazzaro e di Bastianella.
Dall’incrocio dei verri di questi ceppi con le scrofe della razza Mora, si ottengono dei meticci che, in rapporto al colore della pelle e della setole, vengono denominati fumati o grigi o brinati, particolarmente noti per il notevole sviluppo e la ottima precocità nonché per gli elevati pesi che possono raggiungere.
Famosi erano i suini ottenuti dalla Mora con verretto allevato presso la monta suina di Cimatti da cui nelle campagne la famosa denominazione Troia Mora Bastianella.